La forma della città di Urbino cambia nel passaggio dal centro alla periferia? Come incidono sulle relazioni delle persone gli ambienti sonori del centro storico rispetto a quelli della campagna? L’obiettivo del workshop è quello di osservare Urbino - dal centro alla periferia - e di raccontare come l’impatto acustico, visivo, olfattivo e relazionale trasforma la percezione dell’ambiente. Quattro video, divisi per tema, formeranno una narrazione unica che illustrerà come la città ci può parlare attraverso diversi linguaggi: impatto acustico / rumori, suoni artificiali e naturali... impatto visivo / colori, forme, proporzioni... impatto olfattivo / odori naturali e di negozi, fognature, materiali, automobili... impatto relazionale / persone nelle piazze, nelle vie di percorrenza, nei luoghi di lavoro o svago, in attesa o di passaggio.
Nata a Bologna nel ‘62, video maker negli anni ’80 studia al DAMS e dirige molti corti, regista e sceneggiatrice col primo lungometraggio “Jack Frusciante é uscito dal gruppo”. Dirige molti documentari fra cui Viaggio intorno a Thelonius Monk, con Stefano Benni, “Le acque dell’anima” con Bjorn Larsson e “Istanbul” con Nedim Gursel. Dirige “Sono nato per volare” sul Museo della memoria di Ustica, installazione permanente al Museo. “ Mambo” sul Museo di Arte Moderna di Bologna. “Antonio Canova- L’ideale della bellezza” e “Carterina De Medici—Regina e Mecenate”. Negli ultimi anni, “ Lo chiamavamo Vicky”, su Pier Vittorio Tondelli. “Letture dal Risorgimento” e “Visioni d’Italia” , dirige il bio “Laura Bassi” al Museo degli studenti dell’Università di Bologna. Dirige un corto su Gabriele Basilico e vari corti al MAST di Bologna. Realizza “Il Museo del Duomo di Firenze”. Dirige sei biografie,“La prima meta” selezionato al Festival dei Popoli e a Vsioni du réel. Nel 2017 al Biografilm Festival presenta “SHALOM! La musica viene da dentro. Viaggio nel Coro Papageno”. E’ co-fondatrice e presidente di DER, Ass. Documentaristi Emilia Romagna.
Alla base di questo workshop vi sono i processi e le metodologie che contraddistinguono la progettazione nella didattica dell’arte. I partecipanti potranno sperimentare le dinamiche che sono all’origine dei progetti rivolti ai diversi pubblici di un Museo di arte moderna e contemporanea e che sono pensati come occasioni di esperienza ancor prima che di conoscenza. La prima giornata sarà dedicata all’illustrazione e alla sperimentazione di alcune metodologie e pratiche messe in atto dall’Area educazione e mediazione culturale del Mart. Un’esercitazione e un caso studio forniranno le basi propedeutiche al percorso che verrà svolto nei due giorni seguenti. Nella seconda giornata si approccerà il tema del workshop, le possibilità creative della linea, a partire da esempi tratti dal lavoro di diversi artisti e svolgendo un programma di attività che permetterà di esplorare alcune possibilità espressive: linea come traccia del gesto, andamenti lineari che interagiscono tra loro in un lavoro a più mani, proliferazione della linea e saturazione dello spazio…. Su questo tema potrà innestarsi una sua possibile derivazione, dedicata al rapporto tra linea e pattern di superfici. La terza giornata sarà dedicata all’elaborazione di un progetto da svolgersi in piccoli gruppi per realizzare un lavoro sullo stesso tema, in forma di libro d’artista o di installazione ambientale.
Annalisa Casagranda (Trento, 1967) Si laurea al DAMS di Bologna con una tesi di Psicologia dell’arte e nel 1993 inizia a collaborare con il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto nell’ambito dei progetti educativi. Dal 1998 al 2004 ricopre il ruolo di responsabile della didattica alla Galleria Civica di Trento, occupandosi anche di comunicazione e immagine coordinata. Dal 2003 cura la programmazione della didattica per il pubblico al Mart, progettando percorsi di visita guidata alle mostre, audioguide, apparati didascalici, workshop per adulti e famiglie.
Il workshop sarà l’occasione per progettare e creare un intervento di arte pubblica nella città di Urbino. I partecipanti saranno guidati a capire il luogo specifico, ascoltare le voci delle persone che lo animano per poi definire un tema e un trattamento visivo. L’obiettivo è quello di realizzare un’opera da donare alla comunità.
Le opere di Agostino Iacurci sono caratterizzate da forme sintetiche e colori brillanti: un linguaggio essenziale per più livelli di interpretazione narrativa. I suoi sono racconti visivi sulla soglia dell’innocenza e dell’artificio, della serenità e della catastrofe. La sua pratica abbraccia una vasta gamma di media tra cui pittura, wall painting, scultura e illustrazione. Ha esposto in numerose mostre, biennali d’arte e progetti site specific in Europa, Stati Uniti, Brasile, Russia, India, Indonesia, Messico, Australia, Corea, Giappone e Taiwan. Parallelamente all’attività di artista affianca quella di illustratore per il settore dell’editoria (tra cui “La Repubblica”).
http://www.agostinoiacurci.com/
Il periodo storico presente è caratterizzato più che mai dalla convivenza di fortissime contraddizioni, in ambito sociale, politico, economico e culturale. Le idee di progresso, sviluppo e crescita continua sono centrali e imprescindibili nel sistema tecno-economico che governa il mondo, ma si scontrano con un fortissimo sentimento di incertezza che al contrario ci costringe in una condizione di presente dilatato e continuo. In questo scenario le narrazioni sul futuro e sul ruolo della tecnologia - siano esse entusiastiche, distopiche o catastrofiche - vengono smentite dalla complessità della realtà quotidiana, fallendo e disattendendo le aspettative da esse stesse create. Tema centrale del workshop sarà il tentativo di interrogarsi su cosa è possibile fare, come artisti, dopo che le narrative teleologiche ci hanno deluso. I partecipanti verranno introdotti al concetto di Post Fail e saranno sollecitati a riflettere sul momento presente e sulle modalità attraverso cui nasce l’idea stessa di futuro. In una prima fase di lavoro verrà proposto uno spunto narrativo a partire dal quale i partecipanti saranno invitati a delineare un concept originale. Nelle fasi successive il concept dovrà essere declinato in progetti artistici da sviluppare singolarmente o in piccoli gruppi, e che potranno essere realizzati impiegando le forme e i media che si riterranno più idonei.
Art After Failure, IOCOSE
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Disponibile anche nella traduzione italiana:
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Dalle 16 presso la chiesa a fianco della sede centrale dell'Accademia, gli ospiti illustreranno la loro attività e presenteranno i workshop.
Dalle 9 fino alle 18, al secondo piano della sede del Cassero, aule di NTA.